Filologia classica - La guerra dopo l'attesa: lettura di Stazio, Tebaide 7
Prerequisiti
Il corso è consigliato agli allievi del corso di perfezionamento. Si presuppone una conoscenza approfondita della lingua latina.
Programma
L’opera epica di Stazio, lungamente trascurata e deprezzata, ha conosciuto negli ultimi decenni, più ancora delle sue Silvae, una fortuna critica straordinaria. L’immagine che oggi offrono sia la Tebaide sia l’Achilleide è decisamente diversa dal cliché a lungo dominante di supina sudditanza a Virgilio, segnata quindi dallo stigma di uno stile manierato, enfatico e sovraccarico. Anche la costituzione del testo della Tebaide ha parzialmente beneficiato del nuovo corso critico, che ha portato a quella che oggi è l’edizione standard, quella di D.E. Hill (1996, revisione della prima del 1983), essa stessa peraltro in larga parte ancora insoddisfacente. Una nuova edizione è quindi un desideratum tra i principali della grande poesia latina. Per il settimo libro, cruciale punto di svolta nella trama del poema, il commento di J.J.L. Smolenaars (1994) è un punto di riferimento importante, e sulla sua base analizzeremo il testo nei suoi passaggi più problematici.
Obiettivi formativi
Il corso intende portare contributi critici alla costituzione del testo del libro 7 della Tebaide.
Riferimenti bibliografici
Un buon punto di partenza per una visione d'insieme aggiornata su Stazio è W.J. Dominik – C.E. Newlands – K. Gervais (edd.), Brill’s Companion to Statius, Leiden-Boston 2015. Le edizioni critiche di riferimento della Tebaide sono quelle di D.E. Hill (Leiden 19962) e di D.R. Shackleton Bailey (Cambridge, Mass. 2003). Poco attendibile come edizione, ma molto utile per il materiale fornito in apparato, J.B. Hall (con A.L. Ritchie e M.J. Edwards), P.P. Statius, Thebaid and Achilleid, Cambridge 2007. Buoni, o ottimi, alcuni commenti recenti a singoli libri del poema; per il settimo, importante J.J.L. Smolenaars (Leiden 1994). Tra le traduzioni italiane si raccomanda quella di L. Micozzi (Milano, Oscar Mondadori, 2010). Tra i saggi, cfr. almeno Ph. Hardie, The Epic Successors of Virgil: A Study in the Dynamics of a Tradition, Cambridge 1993; W.J. Dominik, The Mythic Voice of Statius: Power and Politics in the Thebaid, Leiden 1994; C. McNelis, Statius’ Thebaid and the Politics of Civil War, Cambridge 2007; F. Bessone, La Tebaide di Stazio. Epica e potere, Pisa-Roma 2011; F. Econimo, La parola e gli occhi. L’ekphrasis nella Tebaide di Stazio, Pisa 2021. Molti, e spesso ottimi, i contributi in articoli degli ultimi anni, che saranno via via indicati a lezione.