Letteratura italiana contemporanea - (ordinario) Il canone italiano del silenzio. Donne in poesia 1920-1980

Periodo di svolgimento
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Info sul corso
Ore del corso
20
Ore dei docenti responsabili
20
Ore di didattica integrativa
0
CFU 3
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Modalità esame

Prova orale

Docente

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Prerequisiti

Tutti gli anni di corso

Programma

Nel 1976, due anni prima dell’antologia Poeti italiani del Novecento di Pier Vincenzo Mengaldo, Biancamaria Frabotta curava e introduceva, con una nota di Dacia Maraini, Donne in poesia la prima antologia di sole voci femminili dal dopoguerra alla metà degli anni Settanta (Savelli). Il titolo non era stato scelto con facilità, non senza difficoltà e ripensamenti. Quale la questione aperta? Non solo e non tanto poesia femminile, come inizialmente si era pensato per l’antologia, ma “donne in poesia” in quanto voci interiorizzate come maschili, femminili, cangevoli di fronte al cruccio dell’identità ma accomunate dall’idea della “separatezza come punto di forza”, non della “esclusione culturale” rispetto agli uomini.

Una scelta coraggiosa che sanciva per la prima volta un principio storico e letterario: la legittimazione della specificità autoriale di una donna nel mondo della poesia italiana. E che significava fare i conti almeno con due grandi aspetti:

-       quello dell’identità come mutevole espressione di un viaggio che nelle donne, a partire dalla storia che il proprio corpo disegna nel mondo, è soggetto quanto più a metamorfosi.

-       quello dell’ammissione implicita di un silenzio: l’impossibilità di stabilire uno o più canoni, o di affermare l’inesistenza di un canone, per la poesia delle donne italiane del Novecento alla luce della storia letteraria, della storia delle antologie, e soprattutto di quella dell’editoria di poesia del nostro paese.

Dall’antologia Poeti d’oggi del 1925 (Papini-Pancrazi) a quella di Antonio Porta del 1979 (Poesia degli anni Settanta), così come nelle principali o minori collane di poesia italiane, per cinquant’anni le donne sono state drasticamente inferiori come presenza numerica agli uomini. Se non assenti. Alcuni recenti studi stanno tentando di ricostruire alcune prime statistiche in relazione alla presenza in antologie pubblicate dagli anni Settanta ad oggi. Nel complesso le voci di donne dal 1970 in poi sono sotto la media del 3 per cento, più spesso corrispondono all’1 o al 2 per cento. Mentre, secondo alcuni primi sondaggi sulla presenza femminile nelle principali collane di poesia dagli anni Venti agli anni Ottanta, la curva è anche più bassa. 

Ripartendo dai dati concreti il corso non si pone l’obiettivo di enumerare le assenze letterarie delle voci di donne in poesia nelle principali operazioni culturali del Novecento italiano, bensì intende utilizzare questi dati per interrogarsi sulle ragioni storiche e sociali, estetiche e letterarie, di tale sproporzione. Viceversa, riprendendo le fila delle opere e del lavoro delle poete italiane del Novecento, anche del loro mestiere di traduttrici e talvolta del loro ruolo di intellettuali in senso ampio, le lezioni mirano a individuare l’esistenza di un canone latente anche per le donne in poesia del Novecento italiano. Canone che – potendo usufruire per ragioni storico-letterarie solo di strumenti e parametri legati alla poesia scritta da uomini - con ogni probabilità ha fondato la sua specificità proprio sull’indicibilità (o illegittimità) della propria esistenza, sul principio dell’assenza, del silenzio, dell’ombra trasformando e traducendo, con consapevolezza o meno, queste strategie in nuove forme di scrittura in versi se non addirittura in erratiche e quanto più originali poetiche. 

 

Obiettivi formativi

Acquisire strumenti per la comprensione e il commento della poesia del Novecento italiano.

Approfondire e confrontare le più recenti ricerche teoriche, sia nazionali sia internazionali, sul genere dell'antologia di poesia.

Mostrare capacità ermeneutiche nell'interpretazione intra e intertestuale di opere di una/uno o più autrici e autori.

Studiare la storia dell'editori di peosia italiana.

Ragionare sulla matrice storica delle scelte autoriali.

Approfondire la conoscenza dell'opera letteraria, artistica e intellettuale delle poete italiane del Novecento.

Ragionare sulla nozione di canone nel Novecento poetico.

Riferimenti bibliografici

Donne in poesia, a cura di B M. Frabotta, con una nota di D. Maraini, Savelli, Roma 1976 (e 2° ed. 1978) in confronto con Poeti italiani del Novecento, a cura di P. V. Mengaldo, Mondadori, Milano 1978.

Verranno prese in esame numerose antologie di poesia italiana del Novecento a partire da quella curata da Papini e Pancrazi nel 1925. Si segnalano in particolare da conoscere e leggere per la prova d’esame:

Poetesse del Novecento, All’insegna del Pesce d’Oro, Scheiwiller, Milano 1952 [verranno fornite fotocopie].

Poesia degli anni Settanta, a cura di A. Porta, Prefazione di E. Siciliano, Feltrinelli, Milano 1979.

Testi teorici e critici di riferimento:

J. Kristeva, Stranieri a sé stessiL’Europa, l’altro, l’identità, Nuova edizione accresciuta, Donzelli editore, Roma 2014.

L. Irigaray, Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994.