Letteratura al microfono

Letteratura al microfono - Il graticcio del radioapparecchio: Gadda e il flusso del racconto

Cento anni di radio

Giuseppe Episcopo (Università Roma Tre)
Il graticcio del radioapparecchio: Gadda e il flusso del racconto
Letture di Sandro Lombardi (Lombardi-Tiezzi)

Che sia attraverso un raffinato riferimento settecentesco alla felice impertinenza dello scrittore scozzese James Boswell – come nel ritratto tracciato da Giulio Cattaneo – o che passi attraverso un crudo tranche de vie ambientato nell’Italia postbellica – come nel volume curato da Giulio Ungarelli –, il tratto da cui procede l’allineamento tra il medium di massa orale, la radio, e la figura di Carlo Emilio Gadda scorre innanzitutto nel solco della biografia.
 
Di questo ne danno testimonianza i primi due interventi che inevitabilmente riaffiorano alla memoria nell'accostamento di Gadda e la radio: l’«Intervista» per la serie Scrittori al microfono e le Norme per la redazione di un testo radiofonico. Tuttavia, questo non basta a spiegare il ruolo dell’oralità elettrica nell’opera del gran lombardo. Gadda, che trova nel flusso di parole sostenuto dall’etere e spinto dalla modulazione d’onda un prodigioso e inatteso alleato, restituisce la misura della forza narrativa espressa dal sortilegio orale di un medium nuovo, inedito, inatteso.
La pervasività delle onde radio è tale da diffondersi nell’intero corpo dei romanzi gaddiani, la loro lunghezza tanto potente da attraversare l’universo testuale, raggiungere le stanze e i salotti milanesi, superarne il chiuso e risalire la campagna albana, estendersi fino alle lande sudamericane e diffondersi sulle navi da crociera.