MICHELE CAMPANELLA, pianoforte

MICHELE CAMPANELLA, pianoforte

Musiche di Beethoven, Schumann, Liszt

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I Concerti della Normale
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MICHELE CAMPANELLA, pianoforte

PROGRAMMA

Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827)
Sonata in do maggiore op.2 n.3
Allegro con brio
Adagio
Scherzo (Allegro)
Allegro assai

Robert Schumann (Zwickau, 1810 - Endenich, 1856)
Fantasiestücke per pianoforte op.12
Des Abends (A sera) - Sehr innig zu spielen (re bemolle maggiore)
Aufschwung (Slancio) - Sehr rasch (fa minore)
Warum? (Perché?) - Langsam und zart (re bemolle maggiore)
Grillen (Chimere) - Mit Humor (re bemolle maggiore) 
In der Nacht (Nella notte) - Mit Leidenschaft (fa minore) 
Fabel (Favola) - Langsam (do maggiore) 
Traumes Wirren (Sogni inquieti) - Aeusserst lebhaft (fa maggiore) 
Ende vom Lied (Fine del canto) - Mit gutem Humor (fa maggiore)

Franz Liszt (Raiding, 1811 - Bayreyth, 1886)
Mephisto Valzer
 

BIOGRAFIA

Sono napoletano di spirito, di famiglia, di scuola. Tendo al pessimismo ma mi salva l’autoironia.

Già a cinque anni cercavo la Musica, improvvisavo da autodidatta, poi ebbi la straordinaria fortuna di incontrare un grande maestro; concluso il liceo classico, ho incominciato a fare sul serio: ho partecipato a un solo concorso pianistico internazionale e l'ho vinto. Per cinquant’anni ho cercato il Suono e ancora sono per strada. Ho molti autori “preferiti” eppure mi definiscono “specialista” di Franz Liszt. Non amo questa etichetta, naturalmente, ma stimo altamente l’uomo. Ecco una sua sentenza che potrei prendere in prestito: «Tutto quello che si può fare è camminare diritto in tutta semplicità senza tanto spiegare agli altri il come e il perché…».

Nella mia vita ho incontrato persone meravigliose, non necessariamente musicisti. Vivo in Italia nonostante numerose controindicazioni me lo sconsiglierebbero. Insegno musica al pianoforte da quando avevo 37 anni, perché credo sia possibile farlo seriamente. Non mi chiamate pianista, preferisco il termine “musicista”: con il primo si pensa alle mani, con il secondo al cuore e al cervello. La cosa più bella che possa capitarmi è incontrare persone che ricordano un mio concerto di 40 anni fa: qualcosa è rimasto, dunque. Non intendo considerare la mia carriera terminata, credo invece che il meglio debba ancora arrivare e lavoro affinché ciò avvenga.

Oltre alla musica mi bastano pochissime cose: la mia famiglia, la lettura di tanti libri, le belle arti, le passeggiate nei boschi. Sono un discreto micologo e non ho mai avvelenato nessuno con i funghi. Ho dovuto arrendermi al computer, ma non possiedo un tablet.