Image for Normale, la rivoluzione artistica di Jannis Kounellis

Normale, la rivoluzione artistica di Jannis Kounellis

Jannis Kounellis, Germano Celant - Conferenza



Normale, la rivoluzione artistica di Jannis Kounellis


Jannis Kounellis, Germano Celant


Scultore


annis Kounellis, pittore, scultore, rivoluzionario allestitore di esposizioni, racconterà la propria esperienza e le prospettive dell’arte contemporanea attraverso una conversazione con il teorico Germano Celant, che per primo alla fine degli anni Sessanta identificò nei lavori dello stesso Kounellis il risultato più compiuto di una nuova corrente espressiva: l’“Arte povera”.  


Nato in Grecia, nel Pireo, e giunto in Italia nel 1956, Kounellis si stabilisce a Roma e completa i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti. Le prime esposizioni risalgono agli inizi degli anni ’60: una serie di tele caratterizzate da segni tipografici ingranditi, fluttuanti su superfici chiare, che perdono il loro valore di simbolo rimandando ad altri significati. Già in questi primi lavori l’arte di Kounellis non rappresenta più, ma è, l’artista non è più imitatore ma creatore di una nuova realtà.


Sulla base di questa poetica Kounellis inizia a non esporre solo dipinti, ma anche materiali prelevati direttamente dal reale: legno, frammenti industriali, animali. Le sue installazioni invadono lo spazio delle gallerie, lo spettatore non si trova più di fronte ma dentro l’opera, diventandone parte integrante. Il teorico Germano Celant definì “povera” questa arte, una espressione mutuata dal teatro di J. Grotowski: l’arte povera si distingue per il rifiuto di mezzi espressivi tradizionali (pittura, scultura), l’impiego di materiali “umili”, (legno, plastiche, neon, scarti industriali, animali), l’intervento ridotto al minimo dell’artista.


Celebri, lungo il percorso creativo di Kounellis, alcune esposizioni: quella del 1969, presso L’Attico di Roma, con alcuni cavalli agganciati alla corda come quadri sulla parete; le bombole a gas con tubi a cannella montate su un grande tabellone metallico in piazza del Plebiscito a Napoli, nel 1995; l’invasione, nel 2002, dei corridoi e della sale della Galleria nazionale di arte moderna di Roma con un immenso labirinto di lamiere di ferro, intervallato da “carboniere”, “cotoniere”, sacchi di iuta, mucchi di pietre. Con Kounellis la creazione artistica diventa irripetibile, inevitabilmente connessa al luogo e al momento in cui si esprime, in aperta polemica con la riproducibilità della produzione industriale.


Germano Celant, che affiancherà Kounellis nella rievocazione del suo percorso artistico, è Senior Curator per l’arte contemporanea del Guggenheim Museum di New York e contributing editor delle riviste Artforum e Interview. Con oltre cinquanta pubblicazioni e innumerevoli mostre all’attivo, Germano Celant è considerato uno de massimi teorici e allestitori contemporanei.


Jannis Kounellis, artista italiano nato al Pireo nel 1936, ha esordito con la prima personale nel 1960, presso la galleria romana La Tartaruga, dopo aver concluso gli studi presso l’Accademia della Belle Arti della capitale. Kounellis coglie nelle sue opere l’automatismo gestuale dell’espressività informale, portato a Roma dall’americano Cy Twombly: nelle sue prime opere campeggiano su superfici monocrome parole, lettere e linee e il nucleo della sua riflessione è il rapporto tra arte e realtà. E’ alla fine degli anni Sessanta, dopo la rassegna "Arte Povera + Azioni Povere"  (Antichi Arsenali di Amalfi, 1968), che l’artista inizia a proporre grandi installazioni, che valorizzano elementi naturali oppure oggetti di uso quotidiano: nel 1969 alla Galleria l’Attico di Roma presenta la celebre opera “Cavalli”, costituita da 12 cavalli vivi legati alle pareti. Le partecipazioni alla mostra di Amalfi e a quella “Arte Povera –Im Spazio” di Genova ( La Bertesca, 1967) segnano il suo avvicinamento al movimento teorizzato da Germano Celant: materiali poveri ed essenziali, luoghi di esposizione alternativi alle gallerie (fabbriche, edifici abbandonati, strade) permettono di mettere al centro dell’opera d’arte il processo formativo, il rapporto tra l’opera, l’artista e l’ambiente che li accoglie. Tra il 1969 e il 1974 Kounellis ha esposto più volte alla Modern Art Agency di Napoli ed in questo periodo ha iniziato a riflettere sul tema della chiusura.Dagli anni Ottanta ad oggi, il maestro ha elaborato con costanza e coerenza gli stessi temi, introducendo piccole variazioni e valorizzando progressivamente gli ‘spazi altri’ per l’arte.


Germano Celant, nato a Genova nel 1940, ha coniato, nel 1968, il termine ‘Arte Povera’ per definire un movimento di artisti di grande successo internazionale, a lui legati a partire dalla sua teorizzazione del movimento alla fine degli anni Sessanta. Teorico e curatore di mostre, Celant ha lavorato dalla fine degli anni Sessanta ad oggi con Boetti, Merz, Zorio, Pistoletto, Penone, Fabro, Kounellis, Pascali: artisti accomunati dall’impiego di materiali ‘alternativi’ (terra, ferro, legno) e dall’impiego artistico di oggetti di uso quotidiano . La volontà di dare rilievo al momento pragmatico della realizzazione dell’opera d’arte e di utilizzare la performance come mezzo per coinvolgere gli spettatori sono tratti salienti del lavoro del gruppo legato a Celant.










Locandina