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Renata Pisu intervista Gao Xingjian

Renata Pisu, Gao Xingjian - Conferenza



Renata Pisu intervista Gao Xingjian


Renata Pisu, Gao Xingjian


Giornalista


Gao Xingjiang, premio Nobel nel 2000 per la letteratura, primo cinese ad essere insignito del prestigioso riconoscimento, sarà ospite de I Venerdì del Direttore venerdì 22 dicembre, presso la Sala Bianchi nel Palazzo della Carovana in Piazza dei Cavalieri a Pisa. Cn lui la giornalista di Repubblica Renata Pisu, tra le prime a scoprire e a lanciare l’opera di Gao Xingjian in Italia.


Gao Xingjian, primo cinese ad essere stato insignito del premio Nobel nel 2000, è un personaggio poco noto nel nostro Paese. Nonostante la sua partecipazione al Festival della Letteratura di Mantova nel 2001, il pubblico non ha ancora avuto modo di conoscerlo completamente. Del resto lo scrittore non ha mai fatto mistero del suo essere schivo e in una intervista ha dichiarato:«Da quando ho vinto il Nobel non riesco più a lavorare, ho perso completamente la mia tranquillità: troppi impegni, interviste, viaggi. All'inizio si è contenti della celebrità, ci si sente onorati, ma poi diventa un calvario. Ormai non ne posso più. Ho bisogno di tornare ai miei libri e ai miei quadri, ritrovando calma ed equilibrio».Romanziere, saggista, drammaturgo e pittore, il Nobel cinese, trapiantato in Francia da quasi venti anni, è nato in Cina nel 1940, ha vissuto l’esperienza dei campi di rieducazione e ha condannato severamente il clima di terrore e violenza che ha contraddistinto la Repubblica Popolare Cinese fino al massacro di Tien’An’Men. All’indomani della repressione degli studenti, Xingjiang si è stabilito definitivamente a Parigi. Nel 2000 l’Accademia Svedese lo ha premiato per  la sua opera considerata «di validità universale, contraddistinta da momenti di amara introspezione e da ingenuità linguistica,  che ha aperto nuove strade alla narrativa e alla produzione teatrale cinese».Fra le sue opere più conosciute, e tradotte in tutto il mondo,  si ricordano La montagna dell’anima, che gli ha valso il Nobel per la letteratura, e il romanzo autobiografico Il libro di un uomo solo, oltre alla raccolta di racconti Una canna da pesca per mio nonnoLa montagna dell’anima è un romanzo costruito sulle impressioni di un viaggio compiuto attraverso le più lontane regioni della Cina del Sud e del Sud-Est, luoghi in cui permane lo sciamanesimo e le ballate e le storie dei briganti sono presentate come vere, zone in cui si possono ancora trovare rappresentanti della saggezza taoista ancestrale. Ma La montagna dell’anima è anche un romanzo in cui il protagonista compie un viaggio alla scoperta di se stesso e delle sue radici, alla ricerca della pace interiore e della libertà, senza più porre distinzioni tra finzione, vita, ricordo e fantasia.Il libro di un uomo solo mette a fuoco i terribili regolamenti di conto conosciuti sotto la rivoluzione culturale cinese: lo scrittore parla della propria esperienza di attivista politico, prima di vittima, poi di osservatore esterno. In tutto questo però Xingjjang rifiuta il ruolo di intellettuale dissidente: il suo obiettivo, ha dichiarato più volte, è salvare la sua integrità, «anticonformista e scevra da ogni forma di servilismo». La raccolta Una canna da pesca per mio nonno è invece una antologia di racconti che spaziano dalla visita al tempio in rovina da parte di due sposi in viaggio di nozze a un incidente stradale; dalla conversazione in un parco tra un ragazzo e una ragazza che si ritrovano dopo molti anni all’acquisto di una canna da pesca che fa rinascere nei ricordi dell’autore il mondo dell'infanzia, tutto raccontato con il linguaggio da Nobel di Xingjiang.


Recentemente Gao Xingjiang ha sperimentato anche il linguaggio cinematografico, con La Silhouette Sinon L’ombre, opera prima in cui il premio Nobel racconta, come una poema e in un clima onirico, la sua storia  e il suo percorso artistico.










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