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A cosa serve la democrazia oggi?




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Nell’età del suo deconsolidamento, la democrazia pare smarrire l’orizzonte dei fini che ne avevano segnato la storia novecentesca: al disarticolarsi delle parti organizzate e delle visioni del mondo che su quegli obiettivi emancipativi avevano costruito uno spazio condiviso di riconoscimento, non corrisponde l’emergere di nuovi soggetti di analoga robustezza; al contrario, si diffonde un rancore di massa in larga parte dell’Occidente. Quali le conseguenze di ciò sulla stessa democrazia-metodo, sulla tenuta dei diritti civili e politici? La convivenza sociale, a lungo procurata dalle condizioni oggettive del compromesso socialdemocratico e dalla civilizzazione dei conflitti nella cornice dello Stato redistributivo, può essere garantita dalla convergenza neoliberista che sorregge, da una parte, forme gladiatorie di contesa politica, dall’altra l’insofferente protagonismo delle tecnocrazie? È ancora pensabile una progettualità pacifica della politica, nel mentre che le rare leadership forti sullo scenario mondiale sembrano definite da tutt’altra ispirazione?







MASSIMO D’ALEMA è presidente della Fondazione Italianieuropei e della Foundation for European Progressive Studies. È stato segretario di partito, deputato, parlamentare europeo, ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri. Tra le opere più recenti: Non solo Euro (Roma 2014), Controcorrente (Roma-Bari 2013).


MARIO DOGLIANI è professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università di Torino. Tra le opere più recenti: Costituzione e antipolitica (Roma 2016), L’Italia dopo il 1961 (con Sergio Scamuzzi, Bologna 2015), Elementi di diritto costituzionale (con I. Massa Pinto, Torino 2015). Dirige, assieme a M.G. Losano, l’«Archivio di Diritto e Storia Costituzionali».