I BASSIFONDI
I BASSIFONDI
Gabriele Miracle, percussioni
Stefano Todarello, colascione, chitarra battente, sordellina
Simone Vallerotonda, tiorba, chitarra barocca e direzione
MONICA PICCININI, soprano
Le nuove musiche - La rivoluzione della monodia accompagnata nel Seicento italiano
Molti secoli fa non esisteva alcuna differenza tra la musica "classica" che si ascoltava nelle corti davanti a un selezionato gruppo di persone e la musica "popolare" che veniva eseguito per strada.
Purtroppo il pensiero del Novecento ha troppo spesso ammantato molta musica dei secoli passati di un'aura polverosa e rigida che nulla a che vedere con la realtà. Nel caso delle composizioni di questo concerto, tutte scritte nel 1600, ci troviamo di fronte a della Musica spontanea, fresca, orecchiabile, spesso attraversata da irresistibili ritmi di danza.Melodie bellissime e di immediata fruizione, strumentazioni curiose che vedono strumenti oggi insoliti come il colascione, la tiorba, la chitarra battente e la sorellina. Una musica che può e deve essere apprezzata da un pubblico vasto, ben più numeroso della nicchia di appassionati a cui viene solitamente proposto.
PROGRAMMA
Antonio Carbonchi (Firenze, ? - XVII sec.)
Le dodici chitarre spostate, Firenze, 1642
Calata per cantare (strumentale)
Giulio Caccini (Roma, 1555 - Firenze, 1618)
da Le Nuove Musiche, Firenze, 1601
Odi Euterpe
Torna, deh torna
Dalla porta d’Oriente
Giovanni Lorenzo Baldano (Savona, 1576 - 1660)
da Libro per scriver l'intavolatura per sonare sopra le sordelline, Savona, 1600
Dimme Amore quando mai
Marco Marazzoli (Parma, 1602 - Roma, 1662)
da ms bibl. Casanatense, Roma
No ch’io non piangerò
Stefano Pesori (Mantova, 1605 - 1670)
da Lo scrigno armonico, Mantova 1640
Spensierato balletto
Francesco Corbetta (Zeme, 1615 - Bologna, 1681)
da De li scherzi armonici trovati e facilitati in alcune curiosissime suonate sopra la chitarra spagnuola, Bologna 163Z
Ballo di Mantua (strumentale)
Hieronimus Kapsberger (Venezia, 1580 - Roma, 1651
da Libro II di Villanelle, Roma 1619
Ite sospiri miei (brano 1)
Aurilla mia (brano 2 - strumentale)
Giulio Caccini
da Le Nuove Musiche, Firenze 1601
Ohimè, begl’occhi ohimè
In tristo umor
Hieronimus Kapsberger
dall’Oratorio I Pastori di Bettelemme
Scherzate, gioite (brano 1)
Sordellina (brano 2 - strumentale)
Alessandro Piccinini (Bologna, 1566 - 1638)
da Libro I d’intavolatura di chitarrone
Tenore Nasazzo “il Mercatello” (brano 1 - strumentale)
Chiacona in partite variate (brano 2 - strumentale)
Athanasius Kircher (Geisa, 1602 - Roma, 1680)
da Magnes sive de arte magnetica
Stu pettu è fattu cimbalu d’amuri
“Le Nuove Musiche” stampate a Firenze nel 1601, è forse l’opera più rappresentativa di uno spartiacque nella storia della musica. Giulio Caccini, tra i più importanti cantanti e compositori della Camerata de’ Bardi, è riconosciuto anche dai suoi contemporanei come l’inventore di una maniera nuova di cantare e comporre. La nascita della monodia accompagnata, in fermento fin dagli anni settanta del Cinquecento, trova in questa raccolta di arie a voce sola con il basso continuo, una nuova definizione dello stile "recitativo" o "rappresentativo". La "nuova maniera" di cantare richiede varietà e libertà ritmiche a servizio di una perfetta recitazione, capace di rendere il senso degli affetti contenuti nel testo, ancor meglio del madrigale, vincolato dall’intreccio polifonico delle voci. Così come spiegato negli avvertimenti al lettore in apertura alla sua opera, Giulio Caccini rivoluziona il modo di cantare elencando esclamazioni, cascate, trilli, groppi, cadenze, portamenti, il tutto a servizio dell’affetto che la parola esprime. È proprio in questi primi anni del Seicento che la monodia accompagnata si imporrà come una novità assoluta nella storia della musica. Fioriscono in brevissimo tempo in tutta Italia numerose stampe di arie a voce sola con il basso continuo, a volte cifrato, a volte siglato dagli accordi della chitarra, a volte intavolato per il chitarrone… il sipario dell’opera è appena aperto.
BIOGRAFIE
Da un’idea di Simone Vallerotonda, nasce l’ensemble “I Bassifondi” che propone la musica del XVII e XVIII secolo per liuto, arciliuto, tiorba e chitarra barocca, con l’accompagnamento del “basso continuo”. Tutti i più importanti liutisti e chitarristi dell’epoca, suonavano la loro musica “condividendola” con altri strumenti. L’esigenza di creare un comune linguaggio esecutivo e improvvisativo, spinge I Bassifondi a proporre autori meno noti del mondo degli strumenti a pizzico, ma non meno importanti, restituendoli nella loro autenticità. Una profonda ricerca delle fonti musicali, corde in budello, manuali di diminuzioni, consapevole di non raggiungere mai la Verità, spinge l’ensemble a riproporre l’antica prassi esecutiva, senza paura né soggezioni a visioni romantiche.
Il loro primo album “Alfabeto falso” ha scosso gli ascoltatori, con un repertorio per chitarra barocca ricco di stravaganze armoniche, l’alfabeto falso appunto, paragonabile al jazz moderno. Con “Roma 600”, I Bassifondi esplorano gli aspetti popolari presenti nella musica romana, come specchio di quella colta.
Invitati nei più importanti festival di musica antica in Europa, USA, Sud-America, Australia, alla maniera dei liutisti e chitarristi dell’epoca, I Bassifondi viaggiano insieme attraverso il mondo, cercando sempre di godere serenamente la loro musica e la loro vita. Accanto ai festival specializzati, I Bassifondi suonano anche in clubs, pubs, condividendo la musica barocca in luoghi “non ufficiali” con gente comune… ma questa è un’altra storia!
Nato a Roma nel 1983, Simone Vallerotonda ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra classica. Affascinato dalla musica antica a 18 anni acquista un liuto senza minimamente saperlo suonare. Ha iniziato così a studiarlo con Andrea Damiani al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, dove si è diplomato col massimo dei voti. Ha successivamente conseguito il diploma di Master su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo dei voti presso la “Staatliche Hochschule für Musik” di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.
Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti presso l’Università “Tor Vergata” di Roma e si è specializzato in Estetica col massimo dei voti e la lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica del ‘700 e gli Enciclopedisti.
Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione solisti, al Concorso Internazionale di Liuto “Maurizio Pratola” e vincitore del concorso REMA (Rèseau Européen de Musique Ancienne) nella sezione musica da camera.
Ha suonato nei teatri e nelle sale più prestigiose in USA, Australia, Sud America, Sud Africa, Cina, e in tutta Europa, tra cui: Carnegie Hall di New York, Sydney Conservatorium, Teatro de la Ciudad a Città del Messico, Teatro Municipal di Santiago del Chile, Singapore Lyric Opera, Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall di Londra, Theater an der Wien, Theatre des Champs Élysées di Parigi, Casa da Musica di Oporto, Liszt Academy di Budapest, Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, Teatro alla Scala di Milano.
Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive quali: RAI, ABC, BBC, Mezzo, France Musique, Radio4, Arte, Polskie Radio, Kulturradio, RSI, Radio Classica, Radio Vaticana e ha inciso per Naïve, Sony, Erato, EMI, Decca, Amadeus, Brilliant, Aparté, E Lucevan Le Stelle Records, Arcana /Outhere Music.
Oltre alla sua attività di solista, collabora come continuista con vari ensembles tra cui: Modo Antiquo, Rinaldo Alessandrini & Concerto Italiano, Imaginarium Ensemble, Cantar Lontano, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Ottavio Dantone & Accademia Bizantina.
A 38 anni vince la nomina di ruolo come docente di Liuto al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.
Aperto alla sperimentazione e alle contaminazioni, ha suonato con Vinicio Capossela… ma questa è un’altra bella storia!
È fondatore de “I Bassifondi”, suo ensemble con cui propone il repertorio per Chitarra, Tiorba e Liuto del ‘600 e ‘700 con il basso continuo.
È sostenuto dal CIDIM – Comitato Nazionale Italiano Musica, sia come solista che con il suo ensemble.
Nata a Reggio Emilia, Monica Piccinini dopo il diploma di violino ha studiato canto con Henny Von Walther, Franca Mattiucci, ed Elena Kriatchko, sotto la cui guida si è diplomata con il massimo dei voti.
Ha debuttato nel ’99 ne “L’Orfeo” di Monteverdi (Teatro Real di Madrid, dir. J. Savall), ruoli di Musica e Euridice, e dal 1999 collabora regolarmente con Hesperion XXI e La Capella Reial de Catalunya diretti da Jordi Savall.
Dal 2002 è membro di Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini.
Monica Piccinini ha cantato in Europa, Stati Uniti, Messico, Colombia, Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda in teatri e sale da concerto fra i più prestigiosi.
È invitata regolarmente da Accademia Bizantina dir. Ottavio Dantone, Europa Galante dir. Fabio Biondi, Ensemble Zefiro dir. Alfredo Bernardini, Concerto Romano dir. da Alessandro Quarta, La Venexiana.
Ha cantato inoltre con Les Talens Lyriques, Collegium Vocale Gent, Concerto Palatino, La Compagnia del Madrigale, La Petite Bande, Ensemble 415, Al Ayre Español, Ricercare Consort, Dolce & Tempesta, Ensemble Concerto, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, la Bayerische Rundfunk Orchestra, l’Orquesta barroca de Sevilla, l’Orchestre de Chambre de Lausanne, l’Orchestra da camera di Stoccarda.
Ha lavorato con registi quali Gilbert Deflo, Brockhaus, Davide Livermore, Jacopo Spirei, Hinnrich Hortskotte, Bob Wilson.
Ha inciso per Naïve, Opus 111, Stradivarius, Tactus, Symphonia, Dynamic, Fuga Libera, Christophorus, Deutschlandfunk, Brilliant, Glossa.
Ha ricevuto la nomination ai Grammy Awards 2008 per l’interpretazione de La Musica ne “L’Orfeo” di Monteverdi (Naive 2007).
Attualmente insegna Canto Rinascimentale e Barocco presso il Conservatorio di Verona, e Canto Barocco e Classico all’interno del Master Ministeriale di I livello “Teoria e pratica della musica antica” promosso dall’Istituto “Vecchi/Tonelli” di Modena.