Il mestiere di cronista
Italia
Giornalista italiano tra i più conosciuti all’estero per i suoi reportage e documentari che hanno evoluto il linguaggio giornalistico della televisione, Gianni Minà ha seguito Mondiali e Olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli leggendari di Cassius Clay-Muhammad Ali, che ha seguito in tutta la sua vicenda umana e sportiva. La grande boxe, spiegata in 14 puntate, intitolata Facce piene di pugni, è uno dei suoi fiori all’occhiello, così come Storie del Jazz, un affresco di 4 puntate in ognuna delle quali è accompagnato da grandi musicisti, del calibro di Stan Getz o Dizzy Gillespie. Memorabili i suoi reportage sulle lotte e il riscatto dell’America Latina, e il documentario su Fidel Castro, frutto di 16 ore di intervista. Nel 1982 ha ricevuto dal presidente Pertini il premio Saint-Vincent quale migliore giornalista televisivo dell’anno. Nel 2004 ha vinto, con il documentario In viaggio con “Che” Guevara, i festival di Montréal, Siviglia e il Nastro d’Argento. Nel 2007, per la serie di documentari Cuban memories, Minà è stato premiato alla carriera al Festival di Berlino con il Berlinale Kamera, il riconoscimento più prestigioso al mondo nel settore dei documentari. Nel 2015 Minà ha prodotto Papa Francesco, Cuba e Fidel, un reportage sulla visita del Pontefice argentino a Cuba nel 2015, che ha vinto, nel 2016, l’Award of Excellence all’ICFF di Toronto, Canada. Infine Minà ha realizzato L’ultima intervista di Fidel Castro, alcuni mesi prima della scomparsa dello storico leader.