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L’esplorazione umana dello spazio. Limiti e prospettive

Roberto Battiston - presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.



Dal sogno di Konstantin Ciolkovskij (1857-1935), «la Terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere per sempre in una culla», al piano di Elon Musk (1971) «rendiamo l’uomo una specie multiplanetaria», il desiderio di esplorare lo spazio lasciando il nostro “pallido puntino blu” ha ispirato generazioni di ingegneri e scienziati nel disegno di missioni umane nello spazio. Da Gagarin, nel 1961, Armstrong e Aldrin, nel 1969, alla Stazione Spaziale Internazionale da cui è appena tornato Paolo Nespoli sono passati poco più di 55 anni e l’impresa spaziale è molto cambiata rispetto alla gara degli anni ’60. L’irruzione dei privati in un settore da sempre monopolio delle agenzie spaziali sta cambiando le prospettive, e il fattore economico è sempre più presente nei piani e nelle strategie di chi oggi vuole esplorare un altro corpo celeste. Eppure lo spazio, oggi, è come non mai presente nei nostri pensieri, nella cultura, nell’arte, nonché, evidentemente, nei piani delle agenzie spaziali.


È come se il pianeta ci stesse davvero un po’ troppo stretto.


Ma cosa serve per andare su Marte o per installare una base sulla Luna? Quali sono le sfide che devono essere affrontate? Chi rimetterà piede per primo su un altro corpo celeste? Perché lo vogliamo fare, con quali obiettivi?


Roberto Battiston è nato a Trento nel 1956 ed è padre di quattro figli.


Una laurea presso la Scuola Normale nel 1979 e un dottorato all’Università di Parigi IX-Orsay nel 1982, dal 1992 al 2012 ha ricoperto la cattedra di Fisica Generale all’Università di Perugia, per poi spostarsi al Dipartimento di Fisica dell’università di Trento, dove tuttora insegna. È autore di oltre 420 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali.


Ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Bucarest ed è stato recentemente investito Cavaliere della Legion d'onore e insignito del Premio Vladimir Syromyatnikov.


Per oltre 35 anni ha collaborato a progetti internazionali nel campo della fisica sperimentale e delle interazioni fondamentali: interazioni forti, interazioni elettrodeboli, ricerca dell’antimateria e della materia oscura nei raggi cosmici. È inoltre coordinatore italiano di una rete di laboratori universitari dediti alla progettazione di payload per uso spaziale.


Nel 1994 ha fondato il SERMS, Laboratorio per lo Studio degli Effetti delle Radiazioni sui Materiali per lo Spazio. È stato uno dei fondatori AMS, lo spettrometro per l’antimateria operante dal 2012 sulla Stazione Spaziale Internazionale, di cui è stato vice-portavoce fino al 2014. È stato responsabile del progetto FP7-SR2S dedicato allo studio di contromisure attive per la protezione degli astronauti dai raggi cosmici, ed è stato il proponente del progetto LIMADOU (Matteo Ricci), un rivelatore di particelle energetiche sul satellite cinese CSES dedicato allo monitoraggio sismico dallo spazio, il cui lancio è previsto a febbraio 2018.


Dal 2014 è Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e fino al 2017 è stato Vice-Presidente della Federazione Astronautica Internazionale (IAF).