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Presentazione dei volumi della collana Syllabus

Edizioni della Normale

13 novembre, 2019

ore 16.00, Sala Azzurra 


PAOLO FEDELI | Università di Bari e Accademia dei Lincei
GABRIELLA MORETTI | Università di Genova


presentano i volumi

Virgilio, Eneide 2, a cura di Sergio Casali

Orazio, Epistole I, a cura di Andrea Cucchiarelli


Introducono​

Michele Ciliberto

Gianpiero Rosati


Virgilio, Eneide 2, introduzione, traduzione e commento a cura di Sergio Casali

Alla corte di Didone Enea narra la caduta di Troia e la sua fuga dalla città in fiamme con il padre Anchise, il figlio Ascanio e una schiera di seguaci. È un racconto dalle implicazioni delicate: Enea deve spiegare come sia potuto accadere che i Troiani siano stati tanto malaccorti da essersi lasciati ingannare dallo stratagemma del Cavallo di legno, e soprattutto perché lui, il valoroso Enea, abbia preferito affrontare una fuga potenzialmente vergognosa invece di andare incontro a una nobile morte in battaglia. Nelle parole dell’eroe si intrecciano pathos e autodifesa, mentre Virgilio, nella molteplicità delle varianti esistenti, seleziona la sua versione degli eventi della notte fatale di Troia. Questo libro è il primo della nuova collana di edizioni commentate Syllabus, rivolta in primo luogo alle università, ed è il primo commento in italiano a Eneide 2 in più di cinquant’anni.​


Orazio, Epistole I, introduzione, traduzione e commento a cura di Andrea Cucchiarelli​

Orazio nelle Epistole dichiara di voler abbandonare gli scherzi della giovinezza per concentrarsi sulle riflessioni morali che potranno essergli utili in una vecchiaia percepita ormai come imminente. Ritiratosi, dunque, in una dimensione di ricerca interiore, abbandona i metri lirici e torna all’esametro, il verso con cui aveva esordito al tempo delle Satire; e scrive lettere a destinatari illustri, come Mecenate o il futuro imperatore Tiberio, oppure meno noti, come il suo fattore o giovani amici intraprendenti. Il risultato è una forma letteraria, quella dell’epistola in versi – del tutto nuova nell’antichità – destinata a grande fortuna fino all’età moderna. Essa serve a Orazio per ripensare la propria esperienza personale (anche di poeta), affrontare importanti temi filosofici, concedersi riflessioni acutissime sui beni e i mali del mondo e dell’animo.