La Normale del Granduca
La chiusura della Normale dopo la fase napoleonica è piuttosto breve. Un decreto granducale del 22 dicembre 1817 ristabilisce a Pisa l’antico Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, e nel 1843 il Consiglio dell’Ordine propone di istituire nel Palazzo della Carovana un «convitto per giovani nobili» con annessa Scuola Normale.
Il Granduca Leopoldo II ristabilisce inoltre la funzione della Normale di preparare gli insegnanti di scuola secondaria, e con un Motuproprio granducale, il 28 novembre 1846, istituisce la Scuola Normale Toscana, detta anche Imperial Regia Scuola Normale (perché collegata al sistema austriaco). Il 15 novembre 1847 si inaugura la nuova sede nel Palazzo della Carovana.
La nuova Scuola è «teorica e pratica», destinata a «formare i Professori e i Maestri delle Scuole secondarie»: un convitto che offre dieci posti gratuiti (con vantaggi riservati ai Cavalieri dell’Ordine), cui si accede per concorso all’età di diciotto anni, e altri posti a pagamento.
Il Convitto è formato esclusivamente da studenti di Filosofia e Filologia, ma alla Normale sono aggregati anche studenti di Scienze fisiche e matematiche dell’Università, tenuti a seguire il corso di pedagogia e a esercitarsi nell’insegnamento tramite tirocini nelle scuole, secondo una forte connotazione professionale che in seguito sarà abbandonata. Il corso di studi dura tre anni.
Nel periodo granducale la Scuola risente del clima politico: agli entusiasmi risorgimentali subentrano, per timore di moti e tumulti sovversivi, atteggiamenti reazionari e di impronta confessionale, lamentati dagli studenti stessi, tra i quali spicca il giovane Giosuè Carducci, allievo tra il 1853 e il 1856.