Ensemble Barocco di Napoli

ENSEMBLE BAROCCO DI NAPOLI | TOMMASO ROSSI, flauto dolce e traversiere

Musiche di Anonimo del XVII Secolo, Scarlatti, Leo, Fiorenza, Vinci, Ricupero, Mancini

Contatti

I Concerti della Normale
concerti@sns.it

Ensemble barocco di Napoli

  • Tommaso Rossi, flauto dolce e traversiere
  • Ugo Di Giovanni, arciliuto
  • Manuela Albano, violoncello
  • Patrizia Varone, clavicembalo

Il soffio di Partenope
Il flauto a Napoli nella prima metà del XVIII secolo

PROGRAMMA

Anonimo del XVII secolo
Tarantella

Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 - Napoli, 1725)
Sonata in sol maggiore per flauto e basso (1699)
Tempo giusto
Arioso
Allegro
Allegro
Largo
Presto
Gigue

 

Leonardo Leo (san Vito dei Nornanni, 1694 - Napoli, 1744)
Sonata VII per flauto e basso continuo
Largo
Allegro
Largo
Allegro

 

Nicola Fiorenza (Napoli, 1770 circa – Napoli, 1764)
Sonata a Flauto solo del Sig. Fiorenza
Amoroso e Largo
Allegro
Largo
Allegro

 

Leonardo Vinci (Strongoli, 1690 o 1696 - Napoli, 1730)
Sonata I in re maggiore
(da XII Solos for German flute with a Thorough Bass for the harpsichord or violoncello)
Adagio
Allegro
Largo
Presto

 

Leonardo Leo
Sonata VI in sol minore
Largo
Presto
Largo (Arpeggio)
Allegro

 

Francesco Mancini (Napoli, 1672 - Napoli, 1737)
Sonata IV in la minore per flauto dolce e basso continuo (1724)
Spiritoso
Largo
Allegro
Largo
Allegro spiccato

 

Appare ormai con chiarezza che a Napoli, a partire dagli anni ’70 del XVI secolo, comincia ad affermarsi una forte e solida scuola di strumentisti a fiato. Dislocati nei gangli delle istituzioni didattiche napoletane – i famosi Quattro Conservatori – questi musicisti sono, in realtà, dei poli-strumentisti, in grado di suonare con abilità tutti gli strumenti a fiato. Il primo dei Conservatori napoletani dove è testimoniato l’utilizzo del flauto (il flauto dolce, che come ben sappiamo in Italia è denominato flauto, laddove con il termine traversa o traversiere verrà indicato il flauto traverso) è quello dei Poveri di Gesù Cristo. Tuttavia, nel corso di un trentennio anche tutte le altre istituzioni napoletane cominceranno ad acquistare flauti e a prevedere, nei mansionari dei docenti, anche l’insegnamento di questo strumento.  Alla fine del XVII secolo il flauto (per la precisione il flauto dolce o flauto diritto) comincia ad affermarsi in Italia come strumento d’elezione di un intrattenimento colto, legato agli ambienti letterari dell’Arcadia.  Questa tendenza, a causa anche dei mutamenti nelle scelte estetiche e culturali, collegate ovviamente con l’utilizzo sociale e politico della cultura e delle arti, si traducono in una serie di atteggiamenti e di mode che trovano nell’Accademia dell’Arcadia - movimento che informa tutte le arti, dalla musica, alla letteratura alla pittura – uno dei centri più attivi. E quindi proprio quegli ideali pastorali, che richiamano alla mente il mondo armonico e naturale delle Bucoliche di Virgilio, sono probabilmente la cornice estetica e culturale in cui si sviluppa, negli ambienti aristocratici italiani, una vera e propria moda per il flauto, dapprima per il flauto dolce e poi, verso gli anni ’30 del XVIII secolo, anche per il flauto traverso.

Questa moda tocca anche Napoli, dove come abbiamo visto già esisteva una tradizione esecutiva sul flauto e dove a partire dagli anni ’10 del XVIII secolo assistiamo anche a una “riforma” degli organici orchestrali cittadini (in primis la Cappella reale e la Cappella del Tesoro di San Gennaro) con l’introduzione dell’oboe, strumento che sostituisce il cornetto nella musica sacra, a partire dai primi anni del XVIII secolo. In questo quadro giocano un ruolo determinante alcune figure di musicisti, che sono protagoniste di questo passaggio epocale: Ignatio Rion, virtuoso di origine francese o veneta, che a Napoli si stabilì nel 1714 provenendo da Roma, dove aveva addirittura oscurato l’astro del grande violinista Arcangelo Corelli, supportato però anche da una schiera di meno famosi maestri locali , autentici poli-strumentisti- (Paolo Pierro, Francesco Antonio Izzarelli, Cherubino Corena, Salvatore e Ferdinando Lizio), docenti nei conservatori napoletani, istituzioni che prontamente reagirono al cambiamento prodotto dall’arrivo dell’oboe, adeguando, nel senso proprio del termine, la loro “offerta formativa”. In questo quadro cogliamo oggi meglio le connotazioni specifiche di alcune importanti pagine musicali, alcune già note, altre ancora inedite, che rappresentano il frutto maturo del nuovo interesse per gli strumenti a fiato, e per il flauto in particolare, dei compositori napoletani. Si tratta di alcune cantate con flauti obbligati di Alessandro Scarlatti (1660-1725) scritte nel 1699, delle dodici Sinfonie di concerto grosso (1715) dello stesso Scarlatti, dei XII Solos (1724) per flauto e basso continuo di Francesco Mancini (1672-1737), pubblicate a Londra, delle cantate con flauto obbligato scritte da importanti compositori quali Nicola Antonio Porpora (1686-1768), Domenico Sarri (1679-1744), Johann Adolf Hasse (1699-1783), di altri autori ancora a tutt’oggi anonimi, oltre alla fondamentale raccolta dei 24 Concerti di diversi autori che costituiscono la raccolta Ms. 31-36 della biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella (Scarlatti, Barbella, Valentine, Sarri, Mele). A questa produzione si aggiungono i concerti per flauto di Nicola Fiorenza e una copiosa produzione sonatistica raccolta in un manoscritto oggi conservato presso la New York Public Library di New York, contenente, tra l’altro, ben sette sonate per flauto dolce e basso continuo di Leonardo Leo.  

Il programma proposto presenta un piccolo saggio del repertorio per flauto e basso continuo, rappresentativo del ruolo del flauto nella Napoli del XVIII secolo e della qualità musicale di composizioni provenienti dai fondi musicali del Conservatorio San Pietro a Majella, della University of Carolina Music Library, della Collezione Harrach della Public Library di New York.

 

BIOGRAFIE

L’Ensemble Barocco di Napoli è stato costituito su iniziativa di Tommaso Rossi, Raffaele Di Donna e Marco Vitali e ha esordito il 2 maggio del 2010 in occasione del 350° anniversario della nascita di Alessandro Scarlatti. Da quel momento, nell’ambito delle attività dell’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, ha realizzato numerosi programmi incentrati sulla musica del grande compositore, nell’ambito di un vero e proprio progetto di ricerca che ha portato, nel 2012, alla prima realizzazione discografica dell’Ensemble, dedicata all’integrale delle cantate con flauto obbligato di Scarlatti. Nel 2014 è stato pubblicato il secondo cd del gruppo, con le sonate per flauto di Leonardo Leo, in prima registrazione assoluta.

L’ensemble si è esibito per RAI Radio3 e nelle ultime stagioni è stato invitato al Festival di Musica Antica di La Valletta (Malta), Ravello Festival, Festival Leonardo Leo e nelle stagioni dell’Opera Giocosa di Savona, Magie Barocche di Catania, A.M.A Calabria Concerti, Istituzione Universitaria di Concerti di Roma. È stato pubblicato nel 2019 per l’etichetta Sony-Deutsche Harmonia Mundi il progetto Il Soffio di Partenope, dedicato alla musica per strumenti a fiato di autori di area napoletana, nell’ambito di un progetto di ricerca in collaborazione con l’Abchordis Ensemble di Basilea.Nel 2021 vede la luce il CD con le sonate per flauto di Robert Valentine, dal titolo Un inglese a Roma.

Tommaso Rossi si è diplomato in flauto traverso presso il Conservatorio di Napoli, sotto la guida di Pasquale Esposito, perfezionandosi in seguito con Mario Ancillotti presso la Scuola di Musica di Fiesole, dove ha conseguito il diploma finale con il massimo dei voti. Ha conseguito il diploma di flauto dolce con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore sotto la guida di Paolo Capirci presso il Conservatorio di Latina, perfezionandosi con Pedro Memelsdorff in flauto dolce e con Jesper Christensen in Musica da Camera, presso la Schola Cantorum Basiliensis.

Ha collaborato e collabora con alcuni dei più importanti di musica antica come la Cappella Neapolitana di Antonio Florio con cui ha inciso per OPUS 111, Naïve, Eloquentia, Dynamic, Glossa, Il Complesso Barocco di Alan Curtis, l’Ensemble Risonanze di Carlo Chiarappa, Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, Concerto de’ Cavalieri di Marcello Di Lisa, Les Talens Lyrique di Cristophe Rousset. Nel 2010 ha fondato l’Ensemble Barocco di Napoli, con cui ha pubblicato l’integrale delle cantate di Alessandro Scarlatti per soprano, flauti e basso continuo e, nel 2013, e la prima registrazione assoluta delle Sonate di Leonardo Leo per flauto dolce e basso continuo. Nel 2019, in collaborazione con Abchordis, ha visto la luce per Sony, il CD Il Soffio di Partenope, lavoro antologico sul repertorio per strumenti a fiato nella Napoli del XVIII secolo. Nel 2021 è stato pubblicato un CD dedicato alle Sonate per flauto di Robert Valentine.

Si dedica come interprete e organizzatore da anni anche al repertorio contemporaneo. Hanno scritto per lui compositori quali Alessandra Bellino, Carlo Boccadoro, Claudio Lugo, Paolo Marchettini, Claudio Rastelli, Alessandro Solbiati.  Con L’Ensemble Dissonanzen, organismo di produzione dell’Associazione, ha suonato presso importanti istituzioni musicali italiane ed internazionali quali Festival di Salisburgo, Ravenna Festival, GOG, incidendo per Niccolò, Mode Records, Die Schachtel. È stato docente di flauto dolce presso i Conservatori di Musica di Cosenza e di Benevento. Attualmente è docente di flauto dolce presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.  Laureato con lode in storia della musica presso l'Università "Federico II" di Napoli, suoi contributi sono apparsi su molte riviste italiane specializzate.

Dal giugno 2016 è direttore artistico dell’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli.