Palazzo Vegni

Palazzo Vegni

Il palazzo prende il nome da uno dei suoi ultimi proprietari, l’ing. Angelo Vegni, imprenditore e tra i fondatori delle Officine Galileo. Nel 1860 sopraelevò il palazzo e unificò la facciata, eliminando i merli medioevali e conservandone al centro il bel portale in pietra tardo cinquecentesco.

Il primo impianto risale al 1292 quando Gherardino Gianni, detto Gherardino Juniore, personaggio di primo piano nella politica economica fiorentina del Duecento, riunì tre case a schiera della famiglia, tipiche dell’edilizia residenziale minore fiorentina, costruendo anche una solida casa-torre coronata da merlatura guelfa, nucleo principale del futuro palazzo Gianni. Gi interventi nei secoli successivi ne modificarono le strutture e l’aspetto, ma furono soprattutto il rifacimento della facciata e l’eliminazione dei merli, con Angelo Vegni, a cancellare dal volto del palazzo il retaggio di un glorioso passato medievale e repubblicano.

Nel 1976, a dieci anni dalla alluvione dell’Arno e in piena crisi abitativa, il palazzo fu occupato da alcune famiglie senza casa che, per ricavarne appartamenti, eseguirono lavori di ristrutturazione consistenti. Nell’aprile del 1980 il Comune di Firenze acquistò l’immobile, in pericolo di crollo, e sgomberò le famiglie. Alla fine di quel decennio i restauri conservativi e i lavori di adattamento lo portarono alle condizioni di uso attuali e destinarono, in una prima fase, a sede della Facoltà di Architettura.

Recentemente, alcune porzioni dell’edificio sono state date in concessione alla Scuola Normale dal Comune di Firenze, e dal 2024 ospitano gli spazi dedicati alla didattica e alla ricerca della Classe di Scienze politico-sociali.

43.7645718, 11.2597153